Il futuro di Larissa e degli altri medagliati di Ancona è dietro l'angolo

22 Febbraio 2021

Riflessioni e bilancio dei Tricolori assoluti indoor di Ancona


Il giorno dopo la conclusione dei Campionati italiani assoluti arriva il momento dei riepiloghi generali, depurati dell’alone di immense emozioni generate dalla prestazione di Larissa Iapichino. La polvere del grande botto si dirada e si deposita, emergono freddi e importanti numeri ma anche le medaglie degli altri atleti legati alla toscana.

Del 6,91 di Larissa Iapichino va sottolineato che è stato fatto al quinto salto, dopo che l’atleta era arrivata già due volte a 6,75, ovvero sopra la già importante misura d’esordio con al quale aveva vinto il titolo italiano Juniores. E la ragazza, che si stava giocando essenzialmente una medaglia di un Campionato italiano assoluto con Laura Strati che non era lontanissima da lei ma comunque già dietro, non era soddisfatta. Perché in testa aveva il minimo per le Olimpiadi, ovvero 6,82, due centimetri sopra il proprio primato personale all’aperto.
Con il 6,91 sono arrivati, in ordine di importanza: la vittoria del titolo italiano assoluto; il minimo olimpico, il record mondiale Under 20 indoor che era di 6,88 fatto a Berlino da Haicke Drechsler quando ancora non aveva il cognome da sposata e che era imbattuto dal febbraio 1983, ovvero da 38 anni; il primato italiano assoluto indoor di mamma Fiona May eguagliato (una misura che nel 1998 aveva consentito all’azzurra di vincere il titolo europeo indoor a Valencia, all’età di 29 anni. Da aggiungere anche che questa è la miglior misura al mondo dell’anno per ora.

In fatto di misure davanti a Larissa come prossimo step c’è ora il 7,11 del record italiano all’aperto della mamma. Mamma che in una dichiarazione post gara che si trova sulla pagina Facebook della Fidal ha detto che sì i record sono importanti ma che contano soprattutto le medaglie internazionali, e “quando Larissa ne avrà vinte almeno 15 come lei, allora potrà essere considerata l’atleta di casa”. Un modo per spronare la ragazza rischiando però così di metterle addosso una inutile pressione e non farla sedere o un modo per dire al mondo “non vi dimenticate di me” ? Lo spettro delle interpretazioni è legittimamente ampio, quello che è certo è che soprattutto il suo tecnico Gianni Cecconi (e magari babbo Gianni) sapranno sicuramente come intervenire affinchè la ragazza continui con la serenità fin qui dimostrata a divertirsi e di conseguenza a crescere ancora. Obiettivo immediato gli Europei assoluti del primo fine settimana di marzo dove di certo Larissa ha i riflettori addosso e anche inevitabilmente molti favori del pronostico su di se ma certamente non ha nessun obbligo morale di vincere per forza una medaglia alla prima vera uscita tra le “grandi” del panorama mondiale.

LE ALTRE MEDAGLIE D’ORO
Altre medaglie d’oro e maglie tricolori sono arrivate da Ancona per i colori toscani.
Pochi minuti prima dell’exploit di Larissa sin era presa la luce dei riflettori Marta Giaele Giovannini. La portacolori dell’Atletica Livorno si è presa con autorità il titolo tricolore nell’eptathlon, primo titolo assoluto della carriera per lei Promessa classe 2001, vincendo tre prove su cinque: i 60 ostacoli in 8”62, il lungo con 6,01 e gli 800 finali con 2’23”86; in mezzo il sesto posto nell’alto con 1,62 e il secondo nel peso con 11,31.

Leonardo Fabbri ha vinto l’oro del lancio del peso senza particolari problemi con gli avversari, segno che ormai la sua supremazia tecnica in Italia è consolidata nonostante sia uscito dal Covid, come lui stesso ha rivelato (solo dopo la gara d’esordio in cui ha fatto 20,13, e questo gli fa particolarmente onore). Ad Ancona Fabbri comunque non si è sottratto e si è messo in gioco. Non era scontato. Per lui un 20,36 al quarto lancio. C’è da lavorare per rimettersi a posto, per tornare alle sue misure e provare a reinserirsi nel lotto internazionale. Questione di tempo, perché la determinazione non gli manca. Le Olimpiadi e gli Europei si avvicinano. Il tempo perduto si potrebbe far sentire, ma alla fine anche per lui gli assilli non devono esserci. Tokyo in realtà era una tappa non programmata, perché il vero obiettivo erano e restano le Olimpiadi di Parigi 2024. Ma non si sa mai. Meglio crearsi una chance in più e provare a esserci (bene) anche in Giappone.

Mettiamo dentro anche gli ori di Giulia Aprile, Esercito ma cresciuta nell’Atletica Firenze Marathon, con una gara autoritaria sui 3000 metri chiusa in 9’09”26, una spanna su tutte le avversarie, niente volata stavolta ma vittoria per distacco. Il tutto dopo la delusione dei 1500 del sabato, quinto posto, distante dal podio, in 4’22”10. Ma la ragazza ha reagito e questo è stato oltremodo importante.
Infine l’oro di Marcel Jacobs, ex Virtus Lucca, che con 6”55 in finale dopo il 6”60 in batteria sui 60 metri fa un altro step di continuità e si propone come il vero velocista di punta del movimento italiano, Tortu permettendo, anche lui reduce da Covid.
 
ARGENTI
Il più brillante è quello di Simone Cairoli che ormai, allenato da Riccardo Calcini, consideriamo da tempo a tutti gli effetti toscano, quantomeno di adozione. Una gara incredibile con lui e il giovane Dario Dester a rispondersi colpo su colpo, prova dopo prova. Entrambi alla fine migliorano il record italiano: 6076 per Dexter, 5986 per Cairoli. Nel salto in lungo per esempio Cairoli si è migliorato fino a raggiungere 7,73, misura da vittoria in una gara di specialità. Per Cairoli tra l’altro una prova di efficienza dopo gli infortuni che lo avevano bersagliato nella stagione all’aperto scorsa. Un atleta ritrovato e anche migliorato, per di più ora con un ruolo in Consiglio federale dopo le elezioni che hanno incoronato presidente Stefano Mei. Sia Cairoli che Dester così come i tanti atleti ed atlete delle prove multiple, un movimento in continua in crescita, li rivedremo in gara a Firenze il 15 e 16 maggio presso l’impianto Bruno Betti di via del Filarete in un’edizione del Meeting Epta Deca su cui si sta lavorando e che sarà ulteriormente rilanciato dopo la prima edizione dell’agosto scorso.

Seconda sui 60 piani Irene Siragusa. L’azzurra dell’Esercito matrice Atletica 2005 ha corso in 7”39 in finale dopo il 7”47 della batteria che la poneva in quarta posizione.

Argento anche per Angelika Wegiersa, portacolori dell’Atletica Firenze Marathon, sui 60 ostacoli, con 8”33 in finale e 8”35 in batteria.

Argento, superato nel finale, per il livornese Joao Neves Junior Bussotti, sui 1500 metri, con 3’41”04.

Secondo posto anche per Mohamed Reda Chaboun della Libertas Unicusano Livorno nel salto in lungo con 7,62, che non migliora il suo personale di 7,74, cosa che comunque non avrebbe cambiato il colore della medaglia.

Nessun terzo posto, ma per finire segnaliamo il quarto sui 3000 di Francesco Guerra del Gruppo Podistico Parco Alpi Apuane Team Ecoverde che dopo l’argento di 15 giorni fa nel tricolore Juniores con 8’15”74 migliora ancora il personale portandolo a 8’09”94 oltre alla "medaglia di legno" di Elisa Naldi della Virtus Lucca nella già citata pirotecnica gara del lungo donne.

SOCIETA’
Per quanto riguarda le classifiche generali aggiornate di società nelle top 15 entrano l’Atletica Livorno con il settimo posto tra gli uomini (e il 15esimo tra le donne), l’Atletica Firenze Marathon con l’ottavo posto tra le donne (e il 14esimo tra gli uomini) e la Toscana Atletica Empoli Nissan con il 13esimo posto tra le donne.
Vittorie degli scudetti per Atletica Vicentina tra gli Uomini e Bracco Atletica tra le donne.

QUI TUTTI I RISULTATI: http://www.fidal.it/risultati/2021/COD8651/Index.htm


Larissa è appena atterrata a 6,91 ed esulta in contemporanea a babbo Gianni e al suo tecnico Gianni Cecconi


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